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domenica 8 dicembre 2013

Due euro per le primarie

Si sono da poco concluse le primarie del Partito Democratico. I numeri ufficiali devono ancora essere resi noti, ma io non ho voglia di scardinare risultati, elencare dati, percentuali o exit poll, nel debole tentativo di proporre l'ennesima noiosa analisi politica. No, non mi interessa. Ci sono però due fatti, o meglio dire, comportamenti che non ho molto apprezzato, ma che hanno caratterizzato la giornata.

Il primo è l'odio nei confronti dei due euro che, teoricamente, coprono il costo delle primarie, manco fosse obbligatorio andare a votare. Per carità non è proprio una bella cosa pagare per votare. Ricorda un po' il voto di scambio ed in parte rende la preferenza, concetto astratto e senza valore monetario, un bene commerciabile, con un preciso prezzo. Detto ciò, sono comunque convinto che attaccarsi così tanto a quei "due euro buttati" è davvero smielosamente ipocrita. Sopratutto se si tiene conto degli sprechi (veri) che ognuno, nel suo piccolo, commette ogni giorno. Anzi trovo che dover versare una, trascurabile, quota di partecipazione, possa convincere gli indecisi a rimanere a casa, muovendo invece gli animi dei più coraggiosi ed interessati. Logicamente così si loderebbero i metodi di voto elitari, basati sul censo più che sulla cittadinanza, che caratterizzarono un tempo ormai finito. Dato, però, che questa è una votazione interna di un partito, trovo giusta e corretta l'idea di selezionare gli esterni, dividendo i volenterosi dagli annoiati. 

Il secondo elemento del quale proprio non riesco a capacitarmi è il "vorrei, ma non posso". In molti, non ultimo lo stesso Maurizio Crozza, si sono detti contrari al voto, ma ben disposti nei confronti di un certo candidato. Dietro questa logica tante, troppe, volte si nasconde il ragionamento che vuole l'imposizione del "tanto non cambia nulla". E anche se un grande come Mark Twain diceva "se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare", io continuo comunque a non trovare questo modo di pensare costruttivo. E' vero che le istituzioni non sempre si comportano come ci aspettiamo, talvolta ci deludono, sembrando sorde al richiamo del proprio popolo. Come rimedio a tale cecità si possono proporre sostanzialmente due soluzioni, la prima è la violenza atta a rovesciare il sistema vigente, la seconda invece, tenta la via della selezione. Lima e forma la classe dirigente del futuro selezionando "il meno peggio" e cercando così col tempo di ottenere un gruppo dirigente il più possibile vicino alla gente. 

In ultima analisi vorrei spezzare una lancia in favore del PD. E' vero che la politica ha deluso molto i cittadini e che il PD si è fatto quasi promotore di questo sentimento, sopratutto tenendo conto che avrebbe dovuto fare molto di più. E' vero che ha creato enormi buchi neri e dato vita a personaggi come Marrazzo. E' vero che il PD non è mai riuscito ad andare oltre l'antiberlusconismo e la sinistra critica che dice sempre "no" a tutto, indistintamente. Ed è anche vero che dopo una vita passata a lottare contro il caimano ora condivide ,con ciò che rimane del suo partito, le poltrone dei palazzi del potere. Ma nonostante tutto rimane l'unica forza politica in Italia che gode ancora di vera democrazia interna ed alternanza della leadership. E' il partito che permette ad uno come Renzi (odiato da mezzo PD) di dire la sua, di provarci, di andare avanti. Il PD è anche il partito che permette ai suoi componenti di essere in disaccordo tra loro, perchè è così la politica, non è tutta nera o tutta bianca. Il PD, con tutti i suoi difetti, riesce comunque a creare partecipazione, a coinvolgere e a far discutere i cittadini dei tanti argomenti che costituiscono il complesso mondo della politica, indipendentemente da chi vince oggi. Quindi credo, che anche se il PD non corrisponde esattamente alla propria identità politica, incentivare forme di partecipazione come le primarie sia doveroso. Perché se si vuole cambiare tutto si finisce per non cambiare niente, ma cambiare piano piano, anche a piccole dosi, ma dall'interno libera energie molto più grandi e durature. Spero sinceramente che queste primarie siano la primavera di una era politica. 

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