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domenica 26 gennaio 2014

Considerazioni politiche di una domenica pomeriggio


Ci sono stati un paio di avvenimenti in questi giorni che mi hanno parecchio incuriosito. Siccome sono tanti e tanto diversi tra loro non li tratterò all'interno di un unico discorso, ma proverò a dire la mia su tre notizie che, più delle altre, mi hanno colpito. 


1.La battaglia di Kiev. Al netto dei giochi di potere e degli interessi politici, che seppur celati sono enormemente evidenti, trovo quanto meno curioso il motivo per il quale si sta lottando a Kiev. Il fatto che l'opposizione, incredibilmente supportata dalla gente comune, si stia fisicamente confrontando contro la decisione, presa dal governo, di declinare l'offerta dell'UE e schierarsi con la Russia, ha secondo me dell'incredibile. Non solo perché l'UE dimostra così di aver conservato un certo fascino, sopratutto per gli ex paesi del blocco sovietico, ma sopratutto perché questo confronto va controcorrente rispetto a ciò che sta accadendo nelle democrazie presenti all'interno della stessa UE da molto più tempo. In altre parole, se l'Italia di Grillo, la Francia della Le Pen e la Grecia del KKE si dichiarano euro scettiche ed intenzionate ad uscire dall'Unione, non è dello stesso avviso buona parte della popolazione ucraina. Insomma per come la vedo io, la battaglia di Kiev ha riaperto una partita che sembrava chiusa. L'Unione Europea non è morta, non è in declino, ha solo subito qualche colpo, ma si può rialzare, necessità però di cure che possono e devono venire solo dalla gente. 

2.La celebrazione della primavera araba. In questi giorni si sarebbe dovuta festeggiare una ricorrenza speciale in alcuni paesi arabi, non si tratta del Ramadan o dell'Atha, bensì della primavera araba. Tuttavia non vi è stata alcuna celebrazione, ma solo nuovi scontri, nuovi attentati, nuovi massacri e nuovi morti. Ciò che era stato esaltato in tutti i modi in occidente, arrivando persino ad etichettarlo come "il risveglio del mondo arabo", è sfociato in  realtà in conflitti civili, rivolte e colpi di stato, dimostrando così tutta la fragilità di quei paesi. Troppo facilmente e con eccessiva semplicità abbiamo applaudito alle rivolte, che nonostante i loro mezzi e la forza talvolta esagerata, erano riuscite a scacciare antichi dittatori e a pretendere un sistema più equo, giusto e democratico. Quella forza rivoluzionaria non è sparita, ma è andata affievolendosi. In questo modo le maglie che tenevano unita la società si sono allargate. Gli interstizi sono stati prontamente riempiti di ideali e concetti, portati avanti da individui, che sfruttando il malcontento ancora dilagante e la delusione della mancata rivoluzione, sono riusciti ad imporre un sistema di valori e di interessi radicalmente diverso da quello voluto dai rivoluzionari. 
Dunque non c'è molto da festeggiare, rimane solo la speranza. La stessa che aveva guidato i giovani in piazza Tahrir e in tutte le altre piazze del medio oriente. La stessa che può dare un nuovo volto al mondo arabo, ma che per ora non è ancora stata schierata in campo. 

3.Tutti contro Renzi. Personalmente non ho appoggiato il sindaco di Firenze durante le ultime primarie del Partito Democratico. Tuttavia trovo davvero stancante la continua critica, a priori, nei confronti del neo segretario. Per carità egli sta gestendo il partito in maniera un po' dura e padronale, non risparmiandosi attacchi diretti e personali. Nonostante ciò non riesco proprio a comprendere chi (e sono tanti) lo ha appoggiato e votato durante le primarie, esaltandone le doti da comunicatore, innovatore e uomo di rottura, mentre oggi si limita a distaccarsi e a mettere in discussione le sue reali capacità politiche. In altre parole non si è fatto altro se non chiedere a gran voce un cambiamento vero, radicale e forte, ed ora che è qui, davanti a noi, ce ne lamentiamo. Ripeto che in quanto contenuti non sono d'accordo con il sindaco di Firenze, ma comunque mi chiedo se sia davvero necessario tutto questo accanimento? Non sarà che le rivoluzioni e i cambiamenti epocali ci piace farli seduti comodamente sul nostro divano? Non sarà mica che ci siamo abituati al tele voto e alla sparlata "grillina" secondo la quale "tutti sono corrotti"  a priori? 

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