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lunedì 27 gennaio 2014

Non solo Shoah


Il giorno della memoria, il giorno del dolore. Milioni di persone sterminate in modi barbarici e folli, colpevoli solo di non rinnegare se stessi. Questo giorno rispolvera antichi dissapori ed ingiustizie. Oggi, però, non è soltanto Shoah. Oggi oltre a quell'orrendo e triste sterminio vorrei ricordare tutti gli altri massacri avvenuti nel corso della storia. Sfogliando il libro del tempo, infatti, si scopre che mentre metà del mondo è impegnato a mettersi al sicuro, l’altra metà è intento a farsi giustizia da solo. E così ciclicamente, senza sosta. Eppure a scuola ci insegnano che la storia dovrebbe essere maestra di vita. Grazie ad essa è possibile imparare dai propri ed altrui errori. Le sue testimonianze hanno portato intere nazioni verso una politica pacifista, almeno per qualche anno. Poi, però, tutto è tornato come prima. E come prima il silenzio. I nuovi massacri ed i nuovi genocidi avvengono nell'ombra, proprio come era stato per i loro predecessori. Lo stesso silenzio che caratterizza la memoria dei defunti è quello che si rende complice dei massacri. Tutto deve tacere. Le idee, la libertà e gli uomini che la pensano diversamente da noi devono tacere.

Diventa facile per alcuni agire 
nell'assordante silenzio della complicità, nell'omertà
 più irrefrenabile. Non si ammettono più contestazioni e a volare non sono gli ideali o gli insulti, ma le bombe e gli aerei che le trasportano. Questo perché l’uomo vuole imporsi, vuole sempre comandare, avere la presunzione d’essere il migliore. Egli è la macchina per uccidere meglio congegnata, non v’è ne di migliori. Dunque sfrutta questa sua innata capacità per conquistare, distruggere, annientare ed arrivare in fine al potere, dimenticandosi di differire dai semplici animali per un solo motivo: la ragione.     

Non a caso la specie umana è quella dominante, essa utilizza la mente per sedare l’istinto. Perché non usare questo magnifico dono sostituendolo alla mera violenza? “L’arma più forte che un uomo deve utilizzare è la parola” disse un cinque volte candidato al premio Nobel per la pace M. Ghandi. Dunque perché non fare così? “Forse le generazioni a venire crederanno a fatica che un individuo in carne e ossa come questo abbia camminato su questa terra." Disse Einstein riguardo a Ghandi. Io riutilizzerei questa identica citazione applicata ai grandi dittatori. Stento a credere che uomini così malvagi abbiamo calpestato questa terra. Non riesco a convincermi che l’abbiano innaffiata di sangue e dolore per il solo appagamento personale. Non posso e non voglio immaginare un mondo dove il male esiste davvero, si incarna nel corpo degli esseri umani e compie azioni orrende. Io voglio credere che esiste ancora il bene, che l’amore prima o poi prevarrà sull'odio.          

In tutto questo oceano di tristezza ed avversione l’unico pensiero che mi rincuora è il ricordo di cosa hanno fatto gli uomini come Ghandi e cosa hanno fatto, invece, gli spietati tiranni. L’unica differenza sta nella memoria, solo così non avremo più il bisogno di ricordare tutte le Shoah dei nostri tempi.

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