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lunedì 11 novembre 2013

Sigari e nebbie

A volte è davvero difficile riuscire a fare cose normali. In certi giorni, quelli che sono un misto tra i giorni si e quelli no, anche solo parlare diventa un'azione complessa. Accade così che ci si ritrova nel mezzo di un pensiero. Uno di quelli così lunghi e contorti che per metterlo a fuoco si ha bisogno di un po' di musica e un pezzo di carta, con tanto di biro affianco. E allora il pensiero evapora come l'acqua in un giorno d'estate, si condensa nel cervello e comincia a fluttuare. Si muove, si sposta, cambia direzione repentinamente. Poi, però, quando la musica sembra placarsi, anch'esso perde di forza e plana dolcemente, atterrando. Così la nebbia che si era formata nel cervello si dirada lasciando lo spazio al semplice e freddo ragionamento. E' proprio in questi momenti che viene voglia di compensarla in qualche modo. E ci si ritrova con un buon sigaro accesso in bocca, una nuova gentile musica sullo sfondo e il panorama mozzafiato della propria immaginazione. Questo è così incredibile e maestoso da sembrare reale e vero. Come se con un semplice balzo in avanti lo si potesse acciuffare. Eppure è chiaro che è tutto frutto della propria fantasia, è tutto un falso d'autore. D'altronde è proprio nei giorni come questi, quelli che sono un misto tra i giorni si e quelli no che, pur avendo difficoltà a parlare, si riesce comunque ad immaginare, ed ad essere così un po' più liberi. 

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